Gli interrogativi e i dubbi di Giorgia Meloni che, per il momento, non ha intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina.
La condanna per le manifestazioni per Gaza con gli atti violenti e non accettabili nel nostro Paese, ma anche un chiara posizione sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Giorgia Meloni ha le idee precise nella sua mente e anche a margine dell’Assemblea Onu non cambia opinione su quanto sta accadendo nella Striscia. Il Corriere della Sera ha evidenziato in queste ore il motivo per il quale la Presidente del Consiglio nostrana non voglia, per lo meno ancora oggi, riconoscere appunto la Palestina.
Perché Giorgia Meloni non vuole riconoscere la Palestina
Dietro al mancato riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Giorgia Meloni, stando a quanto si apprende dal Corriere della Sera, ci sarebbe una semplice e precisa domanda: “Di quale Stato palestinese stiamo parlando, al momento c’è rimasto ben poco…”. Il quotidiano ha sottolineato come la Premier non abbia mai parlato in pubblico relativamente alla situazione di Gaza ma che abbia comunque avuto uno scambio di vedute con il suo staff.
In questa ottica, spiegando le ragioni del suo silenzio avrebbe fatto comprendere la propria posizione e, di conseguenza, quella del Governo italiano: “Io non sono contraria a un riconoscimento della Palestina, ma bisogna intendersi su cosa significhi”, i virgolettati della Meloni ripresi dal Corriere. “In questo momento è più logico concentrarsi sulla costruzione diplomatica, e sulla ricostituzione delle condizioni necessarie per l’esistenza di uno Stato, quando questo processo avrà prodotto dei frutti allora ci sarà anche un territorio e dei dati reali da riconoscere”.
Tajani conferma la posizione del Governo
La posizione della Meloni e quindi del Governo italiano è stata ribadita anche dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che da Manhattan, ha spiegato: “Noi siamo favorevoli al riconoscimento dello Stato della Palestina, ma prima bisogna costruirlo. Noi stiamo lavorando per fare questo. Abbiamo molti incontri per costruire il futuro della Palestina ma non possiamo certamente fare un favore ad Hamas. Non c’è oggi uno Stato palestinese. Dobbiamo costruirlo”
